Malati di Sla e no Tav” “Due mondi diversi

A proposito di immagini. Quelle che non avremmo più voluto vedere. Ieri Roma è stata teatro di un sit-in di malati di Sla davanti al ministero dell’Economia. Un centinaio di disabili gravi, una decina dei quali ha staccato per un po’ il respiratore che consente loro di vivere, e ha sfidato il freddo e la pioggia per chiedere più fondi per l’assistenza domiciliare. Non la concessione di un privilegio, ma il riconoscimento di un sacrosanto diritto, il minimo che sarebbe loro dovuto. E questo a meno di un mese dalla morte, lo scorso 24 ottobre, del cinquantacinquenne Raffaele Pennacchio in un albergo di Roma dopo una notte di presidio davanti allo stesso dicastero. Una protesta giocata da anni sulla propria pelle e che sembra scontrarsi con un muro di gomma, anche se a chiedere ascolto sono persone martoriate da una malattia che progressivamente porta all’invalidità totale, e non hanno tempo da perdere. Immagini di una sofferenza umiliata e offesa, ma anche piena di dignità e coraggio, quelle passate ieri nei telegiornali.Sempre ieri nella capitale la protesta dei no Tav con momenti di tensione e di scontri, lancio di petardi e bombe carta da parte di alcuni manifestanti cui si sono uniti appartenenti ai movimenti per la casa, mentre il premier Enrico Letta spiega che la Torino-Lione fa parte di un "asset strategico europeo" in cui è fondamentale ci sia "anche il nostro Paese". Sette agenti feriti il bilancio della manifestazione dei no Tav. Qualche malore il bilancio della protesta dei malati di Sla. Per farsi ascoltare, da una parte l’uso della violenza; dall’altra la forza della debolezza. La "legge del più forte", nel primo caso, mai accettabile, quali ne siano le ragioni. Nel secondo, il volto più fragile della nostra società che non può non scuotere le coscienze e merita rispetto, solidarietà, ascolto e, finalmente, una seria presa in carico. Immagini che non vorremmo più vedere.

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