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Justitia et Pax, Austria, Ccee

Justitia et Pax: economia a servizio della società
Si sono espresse in un documento congiunto le 31 commissioni nazionali di Justitia et Pax presenti in Europa, per proporre una “Visione di lungo periodo che ponga l’economia a servizio della società”. Il documento, pubblicato il 27 marzo, si muove dall’attuale contesto di crisi: “Non è troppo tardi per imparare dai nostri errori passati e rompere gli schemi degli ultimi decenni, ma occorre, singolarmente e collettivamente, volersene assumere la responsabilità”. Dimenticare che “il settore finanziario esiste per servire l’economia reale, che deve essere al servizio della società” ha permesso che il settore finanziario operasse “al di sopra dei limiti che governano ogni altro aspetto della vita sociale”. Si stigmatizzano “le misure di austerità dei governi volte a ristabilire una stabilità finanziaria, ma che hanno gravato in maniera estremamente pesante sui più poveri”, con la conseguenza tra l’altro di un “crollo nella fiducia, e un senso di alienazione dalla società che minaccia la democrazia”. Da ciò ne deriva che “proposte di riforma saranno significative nella misura in cui si rivolgeranno a questo crollo etico”. È necessario che le valutazioni etiche siano parte dei processi decisionali; la formazione nei settori dell’economia e della finanza deve avere momenti di riflessione sull’etica; è necessaria una robusta legislazione a difesa della dignità umana e dello sviluppo umano integrale per tutti. Il documento invoca quindi una forma di “global governance” che funzioni nei limiti imposti “dalla solidarietà e sussidiarietà”, “intervenendo solo dove necessario per sostenere gli Stati nell’affrontare questioni a cui non possono far fronte da soli” (es. crimine internazionale, cambiamenti climatici, fame e accesso all’acqua e alle risorse naturali) e garantendo “che gli stessi standard siano raggiunti in tutti i Paesi”. Un elemento positivo di questa crisi è “l’aumentata richiesta di trasparenza delle attività finanziarie”, a cui i governi dovranno dare adeguata risposta. Proposte concrete vengono avanzate nel documento, tra cui “definire un codice etico di comportamento comune per le istituzioni finanziarie”; puntare a “stabilire un ente di controllo internazionale, indipendente e con forte riferimento etico”; introdurre leggi per obbligare alla piena trasparenza delle compagnie in tutti gli aspetti della loro attività economica; introdurre una tassa sulle speculazioni finanziarie a vantaggio dello sviluppo internazionale e delle iniziative di giustizia sociale, come proposto dalla Commissione europea nel 2011″.

Austria: Conferenza episcopale ortodossa su web
“Con questo sito web della Conferenza episcopale ortodossa (Ceo) in Austria vogliamo porre un segno vivo e vivace dell’ortodossia in questo Paese così accogliente. La nostra Chiesa è da secoli solidamente ancorata in Austria e continua a rappresentare una componente attiva e integrale della società austriaca”. Così il metropolita Arsenios sulla prima pagina di www.orthodoxe-kirche.at in merito alla decisione di aprire un sito web. Il desiderio è di rendere più accessibili le informazioni di questa “nuova fase dell’attività” dell’ortodossia che si è avviata con la costituzione della Conferenza episcopale ortodossa in Austria nel 2010. Il metropolita auspica inoltre che questo sito diventi “una piattaforma di comunicazione, interazione e cooperazione a servizio non solo degli ortodossi, ma anche di tutti i cristiani e le persone di buon cuore e buona volontà”. Arsenios sottolinea il fatto che “l’ortodossia qui si presenta nella sua complessiva e ricca varietà ma allo stesso tempo come una unità che si esprime con una voce sola”. In Austria vivono circa 400-450mila ortodossi, appartenenti alle sette Chiese ortodosse rappresentate nella Ceo (il patriarcato di Costantinopoli, che da statuto ha sempre la presidenza, quello di Antiochia, le Chiese ortodosse russa, serba, rumena, bulgara e georgiana). Il sito si colloca in un progetto più ampio volto a “rafforzare la presenza nei mass media”, come è stato spiegato dal portavoce della Ceo Mirko Kolundzic nel primo ricevimento per i giornalisti in cui è stata presentata, oltre al sito, la nuova edizione della rivista trimestrale “Orthodoxen Kirchenzeitung”. Ed è infatti attraverso il sito che la Conferenza episcopale ortodossa ha reso noto che nell’assemblea del 26 marzo scorso ha deciso di rafforzare il lavoro pastorale con i giovani attraverso “la fondazione di una unione giovanile ortodossa, per creare un collegamento tra gli sforzi rivolti ai giovani ma anche per dare maggiori possibilità ai giovani di impegnarsi nella Chiesa”.

Ccee: incontro pastorale universitaria a Parigi
Si è aperto il 4 aprile, a Parigi, l’Incontro dei delegati nazionali di pastorale universitaria per una tre giorni di confronto su “Fede e Scienza: prospettive per la cura pastorale universitaria in Europa”. L’incontro che si concluderà domenica 7 aprile, è organizzato dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e riunirà 40 responsabili di pastorale universitaria di diverse Conferenze episcopali. L’incontro è stato aperto da monsignor Marek Jędraszewski, presidente della commissione Ccee “Catechesi, Scuola e Università”. Venerdì sarà l’inglese Andrew Pinsent a far entrare i partecipanti nel vivo dei colloqui facendo il punto sulle “sfide e le opportunità” del dialogo tra scienza e fede nella pastorale universitaria. Svolgendosi a Parigi, l’incontro darà anche la possibilità di conoscere la realtà francese della pastorale universitaria e si concluderà con un incontro con gli studenti universitari. “Ci siamo riuniti – dice a Sir Europa padre Michel Remery, vice-segretario generale del Ccee – per approfondire insieme l’importanza del rapporto tra scienza e fede nella pastorale universitaria. Il tema è di rilevanza inevitabile per le cappellanie universitarie, che si occupano ogni giorno dei giovani, ai quali spesso viene insegnato di basare il loro pensiero su prove puramente ed esclusivamente scientifiche. È allora una grande sfida aiutarli a capire che c’è di più rispetto ai fatti solo empiricamente dimostrati. La scienza pura, anche se di grande importanza, non sta in piedi da sola. La vera scienza è aperta anche alle argomentazioni presentate dalla filosofia e dalla teologia”. Ma c’è di più. Padre Remery fa notare come “l’osservazione obiettiva di alcuni risultati ottenuti scientificamente può portare a conclusioni sorprendenti per quanto riguarda l’origine dell’uomo e la ragione della sua esistenza”, per cui “la scienza può aiutare l’uomo a comprendere chi è, da dove viene, dove sta e dove sta andando. Tutti interrogativi che sono di particolare importanza per i giovani”, i quali “hanno bisogno di risposte almeno parziali per diventare cittadini responsabili nella società umana e lavorare insieme ad altri al bene comune”. Questo è, conclude padre Remery, il principale “obiettivo della pastorale cattolica universitaria”: “Aiutare i giovani e gli studiosi a riconoscere l’essenziale legame tra scienza e fede”.

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