Unite nel Te Deum

Le riflessioni nel passaggio dal 2012 al 2013

Ieri, nell’ultimo giorno del 2012, in tutte le diocesi italiane si è innalzato nel Te Deum il ringraziamento al Signore per l’anno appena trascorso.

I valori fondamentali. "La Chiesa non ha ricette di politica, né è il suo compito; ma ha il dovere di ricordare alla società distratta i valori fondamentali", che sono quelli "affermati dal Vangelo di Cristo" e "radicati nella natura umana: il diritto irriducibile alla vita sempre e dovunque, la necessità incomparabile della famiglia naturale, la libertà religiosa e educativa senza intolleranze ideologiche e totalitarie". Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, per il Te Deum. Tali valori "sono il fondamento indispensabile che garantisce ogni altro diritto oggi tanto più sentito come il lavoro, la casa, la salute, lo stato sociale, la giustizia e l’equità". Nel mondo occidentale "il secolarismo sta riuscendo a destabilizzare le fondamentali comunità umane, i punti naturali e universali di riferimento". Per il cardinale, quindi, "la comunità cattolica, con il suo ordine di valori, è l’unico ostacolo significativo rispetto al processo di secolarizzazione che vuole costruire una società senza Dio, senza la dimensione della Trascendenza, con un’etica sottomessa al relativismo delle circostanze e delle convenienze".

Guardare al futuro in modo diverso. Nella messa di fine anno nella chiesa di San Fedele, l’arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, ha osservato: "Abbiamo forze e risorse nella nostra società civile per guardare al futuro in modo diverso, per portarci fuori da questa crisi, da questa prova che tocca la carne di tanti fratelli e sorelle. Tutti insieme, disposti a dare il più possibile in modo analogo al dono totale di sé che Gesù fa". Ieri pomeriggio il cardinale si è recato anche in visita agli ospiti del Pio albergo Trivulzio, iniziando con il Te Deum recitato in chiesa. Il Te Deum, ha spiegato il porporato, è "la preghiera di ringraziamento a Dio per il tempo passato". Purché "il passare del tempo abbia un senso, ci renda consapevoli di non andare verso il nulla, ma di avvicinarci a qualcosa, anzi a qualcuno".

Senso di responsabilità. "La gravità del momento richiede a tutti di operare con determinazione e con forte senso di responsabilità nella condivisione di un impegno generale a difesa del bene comune, se vogliamo evitare il pericolo di inoltrarci in un labirinto senza uscita", ha affermato il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, al Te Deum. "Con un nuovo anno davanti – ha sostenuto -, abbiamo tutto il diritto di alimentare a fondo le nostre attese e le nostre speranze e di porle sempre più al servizio di una comunità bisognosa di attirare a sé sguardi più attenti al bene comune. Ma bisogna ritrovare la strada giusta e percorrerla con dignità e coraggio senza lasciarsi vincere da scoramenti e delusioni". Dopo aver condannato la "cattiva politica", il cardinale ha incoraggiato "un impegno diretto e responsabile dei cittadini nella sfera politica".

Vicino a chi soffre. "Giunti ormai alle ultime ore del 2012, il nostro sguardo di fede più che sull’anno che si conclude, che affidiamo alla misericordia di Dio, è fisso sull’anno 2013, a cui guardiamo con fiducia, rivolgendo ancora una volta, nella luce del Natale lo sguardo al Bimbo di Betlemme, il Dio fatto uomo", ha affermato mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nel Te Deum. In questo "grande inno di lode e di ringraziamento", il presule ha rivolto il suo "pensiero affettuoso e benedicente alla carissima città di Perugia e a tutti gli abitanti della nostra tanto amata arcidiocesi. Tutti fin da ora affido alla bontà misericordiosa di Dio. Soprattutto coloro che, oberati da difficoltà e sofferenze di ogni genere, fanno fatica a guardare con fiducia e speranza al nuovo anno", come le "famiglie che stentano giorno per giorno a far quadrare il bilancio", "chi ha perso il lavoro", i "giovani, per i quali il futuro è così avaro di prospettive", i "malati", gli "anziani", chi è solo, gli "immigrati", i "profughi", i "carcerati".

La vera pace. "Non basta ringraziare per quanto ricevuto personalmente, come Chiesa diocesana, come società civile locale o nazionale o addirittura globale… e chiedere misericordia. Ma occorre anche progettare il futuro all’insegna di quella beatitudine evangelica della pace: ‘Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio’": è stata l’esortazione di mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli, al Te Deum. Gesù "è il Messia che viene nel mondo per darci la vera pace ossia per proporre all’uomo Dio stesso, per proporre all’uomo immerso nel suo mondo – oggi possiamo dire nel relativismo esasperato, in una morale sempre più autonoma da Dio e dalla legge morale che, se guardiamo bene, Dio ha iscritto nella coscienza di ciascun uomo – l’amore, l’armonia, la pace vera che c’è e ci può essere veramente soltanto in Dio e chiede all’uomo l’apertura alla trascendenza affinché Dio possa smantellare nei nostri cuori tutti gli egoismi, le strutture di peccato che sovrastano il mondo per dare nuovamente potenza al suo popolo e benedirlo con la pace".

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