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Per fare in modo che la criminalità organizzata non faccia affari nella gestione dei rifiuti è necessaria “una filiera a km zero, con impianti nel territorio e un ciclo completo di ‘digestione anaerobica’ che consenta di trasformare i rifiuti in risorsa: biogas, Co2, compost. Ma per questo serve una buona governance da parte delle amministrazioni e dei cittadini”. Lo ha detto oggi pomeriggio a Roma Antonio Pergolizzi, di Legambiente, durante l’incontro “Informazione e mafie” organizzato dall’associazione Amici di Roberto Morrione, Libera, Ordine dei giornalisti, Articolo 21, e i sindacati Fnsi e Usigrai. ” Gli impianti devono essere a servizio del territorio, non devono attrarre rifiuti da altre zone – ha suggerito Pergolizzi -. Più i rifiuti si muovono sui camion nel territorio, più c’è il rischio di infiltrazioni della criminalità. Bisogna chiudere i cicli di trasformazione dei rifiuti nei distretti”. A suo avviso “è fondamentale uscire dalla trappola di considerare i rifiuti come un costo. Ma non basta fare impianti: serve il civismo, ossia che il cittadino faccia una corretta raccolta differenziata, perché più il prodotto è pulito più rende. È importante che sia una filiera tracciata e pulita”.