Il documento di lavoro “Il futuro delle nostre parrocchie”, che viene discusso in questi giorni nel congresso pastorale dell’arcidiocesi di Mosca, affronta quattro ambiti specifici: la situazione della parrocchia alla luce della vocazione missionaria; la formazione per l’evangelizzazione; la missione della parrocchia nella società; la vita materiale della parrocchia. Si legge tra l’altro: “Un numero significativo di risposte afferma che le nostre parrocchie esistono in una società che sa poco della Chiesa cattolica e il cui atteggiamento nei suoi confronti è spesso guidata da pregiudizi”, ma per contro “la Chiesa locale sembra spesso ritirarsi nel suo mondo, reagendo poco ai processi sociali e politici esterni, preferendo rimanere in silenzio”. Il documento parla anche di “costruire relazioni con la Chiesa ortodossa, la sua gerarchia e le singole comunità”, sebbene manchino “indicazioni” comuni e condivise su come muoversi. Si legge che “nonostante la Costituzione della Federazione Russa affermi la laicità dello Stato, è impossibile non notare che l’ortodossia sta diventando la ‘religione di Stato’. In questa luce”, continua il documento, “la Chiesa cattolica è chiamata a parlare di libertà di coscienza e religione”. Tra gli elementi che emergono, rispetto alla questione dell’uso dei media “come strumento della missione” si legge che “non c’è quasi nessuna informazione sulla vita delle parrocchie e non vi è alcuna analisi di ciò che sta accadendo nella nostra Chiesa”.