Sull’esempio del “grande sant’Antonio” che “più volte dovette lottare contro ogni sorta di demoni che lo insidiavano, vogliamo vivere anche noi ed impegnarci a fondo per la costruzione di un mondo più giusto e più umano”. È quanto affermato dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, nella Divina Liturgia in rito copto celebrata ieri presso la cattedrale dell’Eparchia di Sohag, a Tahta (Egitto). Il prefetto ha voluto ricordare, leggendone alcuni passaggi, il documento sulla fratellanza umana siglato ad inizio di febbraio, ad Abu Dhabi, da Papa Francesco e dall’imam di Al-Ahzar, Al Tayyeb, in cui “non si fa mistero dei dolori e delle ferite che sono state inferte all’umanità anche da un uso sbagliato e pretestuoso della religione”. “Sentire queste parole in una terra come l’Egitto, dove ancora sanguinano ferite anche recenti all’interno delle diverse comunità, può apparire difficile ad alcuni o utopistico per altri – ha detto il card. Sandri – ma vorrei che tutti ricordassimo che le Nazioni si trovarono concordi a sottoscrivere la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dopo che in molti avevano assistito alle barbarie della Seconda Guerra mondiale e dei campi di concentramento, e i trattati di non proliferazione nucleare furono ipotizzati dopo aver visto la devastazione di Hiroshima e Nagasaki”. “Anche se tali affermazioni ai giorni nostri sembrano messe in discussione, a dimostrazione che il cuore dell’uomo è ostinato e sembra non voler imparare mai ad amare il fratello ma piuttosto ad ucciderlo come Caino con Abele – ha concluso il cardinale -, vogliamo seguire con decisione il percorso coraggioso iniziato dal Santo Padre, confidando e supplicando il dono dello Spirito Santo su tutti noi, affinché ci doni la forza e la pazienza necessarie”.