“Crediamo che Stefano ed Andrea non sono perduti, ma che proprio l’amore per gli altri di cui hanno dato prova, ha raggiunto e avvolto loro per primi”. Così mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, nell’omelia dei funerali in cattedrale di Stefano Colasanti e Andrea Maggi, vittime dell’esplosione avvenuta lo scorso 5 dicembre nell’area di sevizio di Borgo Quinzio (Rieti). Stefano, vigile del fuoco in quel momento fuori servizio, ricorda il presule, “invece di tirar dritto si è fermato. Essendo, per altro, ben consapevole del rischio, anzi affrontandolo apertamente, pur di aiutare altri con la sua voce che gridava di scappare altrove. Anche Andrea si è mosso per andare da un suo amico, il cui luogo di lavoro era in fiamme. Anche lui poteva starsene tranquillo, a debita distanza, e invece si è ritrovato in mezzo al fuoco”. Di qui la domanda posta a bruciapelo da Gesù: “Se uno ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?”. “Perché mai mettere a repentaglio tutto per andare in cerca di ciò che si è perduto? Perché prendersi cura di quello che sembra ormai spacciato per sempre? Fortunatamente – osserva mons. Pompili – Dio non la pensa così e non lascia nulla di intentato, pur di venire incontro all’uomo perduto. Questo è quanto basta per credere con ragionevole speranza che nulla di ciò che è autenticamente umano andrà perduto per sempre. Così crediamo che Stefano ed Andrea non sono perduti, ma che proprio l’amore per gli altri di cui hanno dato prova, ha raggiunto e avvolto loro per primi”. Oggi, chiosa il vescovo, “c’è bisogno di gente come Stefano ed Andrea per spegnere il fuoco di un mondo che è – un po’ come la via Salaria – a rischio permanente. Per questo ciò che è più richiesto sono donne e uomini che sanno correre il rischio e non fuggire davanti al pericolo. Ciò che mette in sicurezza la vita degli altri è soltanto il coraggio di chi non pensa a se stesso. È questa la fede che manda avanti il mondo nonostante rischi ogni giorno di incendiarsi”.