(Milano) Nel Discorso della vigilia di Sant’Ambrogio, mons. Delpini parla della necessità di un recupero di fiducia, da parte dei cittadini, nelle istituzioni pubbliche, anche mediante “semplificazioni ragionevoli” delle procedure e della burocrazia. Occorre d’altro canto favorire “il recupero di una fiducia tra i cittadini, e tra cittadini e pubblica amministrazione. Non servirà semplificare le procedure se perdura il sospetto sul cittadino come incline a delinquere e se rimane radicata nel cittadino l’inclinazione alla litigiosità e alla suscettibilità che è insofferente delle regole del vivere insieme e del rispetto reciproco. Il rispetto delle regole e del prossimo è un frutto del senso civico, del senso di appartenenza alla comunità, della persuasione che il bene comune del convivere in pace sia da anteporre all’interesse privato momentaneo”. I tre aspetti segnalati (le pretese indiscutibili, il consenso emotivo, le procedure esasperanti, riassume il vescovo) “sono buone motivazioni per formulare il desiderio di una ragionevolezza diffusa. Siamo infatti autorizzati a pensare: essere persone ragionevoli è un contributo indispensabile per il bene comune. Questo evoca la solidarietà/fraternità della condivisione relazionale. Nella comunità del pensare riflessivo, e non del vociare emotivo, si riconosce, si promuove, si custodisce e si propizia l’umano-che-è-comune”.