“La santità non è un traguardo impossibile a ciascuno di noi e non è nemmeno un obiettivo che riguarda solo poche persone. L’apostolo Giovanni ci ha parlato di una moltitudine immensa che
nessuno può contare di ogni nazione, lingua e cultura o religioni diverse. La santità è la via normale e quotidiana su cui ogni uomo e ogni cristiano può camminare e su cui impostare la sua vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia nell’omelia della Messa celebrata al Cimitero Parco. La santità, ha insistito il presule, “è una via possibile a tutti senza eccezioni”. Di qui una precisazione: “Essere cristiani” significa “essere santi quando, però, sappiamo confortare e sostenere chi piange per una malattia o una disgrazia, siamo capaci di perdonare anche chi ci fa del male, quando seminiamo attorno a noi pace e amore, quando cerchiamo la giustizia e agiamo con misericordia verso il prossimo, quando sappiamo riconoscere un fratello o sorella in qualsiasi persona diversa da noi per stile di vita, per religione o nazionalità, per malattia o povertà, quando abbattiamo tutti i muri che ci dividono dagli altri diversi da noi e costruiamo dei ponti di amicizia, di incontro, rispetto e di collaborazione”. “Papa Francesco ci provoca quando dice: se incontri una persona che vive e dorme sulla strada puoi avere diversi atteggiamenti: puoi considerarla un delinquente, un fannullone, un pungiglione molesto per la tua coscienza, una immondizia che sporca lo spazio pubblico, allora non sarai mai né cristiano né santo… oppure puoi riconoscere in lui una persona umana che ha la stessa tua dignità, gli rivolgi un saluto, gli dai qualcosa, gli dimostri amicizia… allora sarai cristiano e santo davanti a Dio”.