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“La Chiesa ha il compito di indicare al mondo i segni dell’opera di Dio presenti nel groviglio delle vicende umane”. A spiegarlo è stato mons. Angelo De Donatis, vicario generale del Papa e Gran cancelliere della Pontificia Università Lateranense, nella “lectio magistralis” con cui ha aperto l’anno accademico dell’Ateneo. Dio “è il Signore della storia e la dirige con mano ferma anche tra i contrasti e le follie degli uomini”, ha assicurato il vescovo, soffermandosi sull'”insostituibile vocazione profetica della comunità credente”. “La tentazione porta a vedere nel nuovo una minaccia e nelle difficoltà un pericolo”, ha ammonito, precisando che tale tentazione “nasce da una visione delle cose generata da un istintivo atteggiamento di difesa, dalla difficoltà ad aprirsi a un tempo diverso, che necessariamente esige una mente aperta e un cuore capace di generare sentimenti inediti”. Il credente, invece, “sa che nelle difficoltà ci sono altrettante opportunità: l’impossibilità di proseguire lungo una via si manifesta come l’opportunità di tracciarne una nuova”. Perciò, l’indicazione di rotta, “in ogni difficoltà bisogna imparare a cogliere l’appello dello Spirito a fare spazio al nuovo che nasce timido ma vitale sulle rovine di un mondo magnifico ma senza anima”.