Il sito di Famiglie nuove pubblica alcune testimonianze dal mondo di famiglie che hanno saputo far tesoro di “Amoris Laetitia”, accogliendo le tre parole chiave dell’esortazione apostolica: “gioia, misericordia e accoglienza”. Storie e riflessioni che mettono in luce gli “effetti benefici” del documento di Papa Francesco. “Ognuno di noi ha dei difetti, ma bisogna guardare soprattutto il positivo che c’è nell’altro”, dicono Carla e Joseph, svizzeri, dopo 46 anni di matrimonio, che ricordano bene quando Chiara Lubich, in occasione del meeting sulla famiglia a Lucerna nel 1999, guardando “ai problemi e ai dolori che toccano la famiglia contemporanea”, la rappresentava con “un’immagine plastica: quella di una madre ferita e desolata che raccoglie in seno le sofferenze dell’umanità”. “Oggi – affermano – Papa Francesco ci invita a non aver paura di guardare con realismo le sfide e le ferite che la famiglia vive in tutto il mondo”. Per Emerthe e Dieudonne, del Rwanda, che hanno partecipato al Sinodo sulla famiglia, “quell’esperienza straordinaria è stata la scoperta dell’amore immenso che la Chiesa ha per i suoi figli”, di cui l’“Amoris Laetitia” ne raccoglie i risultati. “Tutti ci sentiamo accolti e compresi leggendo l’Esortazione”, continuano Maria Angelica e Luis Rojas, della Colombia, anch’essi uditori al Sinodo, “con il suo profondo contenuto pieno di sapienza e speranza, frutto della dinamica proposta dal Papa con il coinvolgimento delle famiglie di cui ha ascoltato gioie, fatiche, dolori. Non si disconosce la dottrina e il Magistero della Chiesa, ma si affronta il contenuto con un linguaggio di grande misericordia”. In Egitto, da quando si tengono corsi per i fidanzati, “la percentuale dei problemi delle coppie è diminuita del 40 per cento”, spiegano Rafik e Nagat, sposati da 17 anni, che collaborano con il Centro per la famiglia e la bioetica. Rafik e Nagat non hanno figli e questo è “un grande dolore” per loro. Tuttavia, come afferma Papa Francesco, “l’amore tra gli sposi possiede in sé la capacità di essere fecondo. E questa fecondità non coincide necessariamente con la fertilità biologica. Così anche quando i figli non arrivano, la loro vita continua ad essere piena di senso e di valore per la comunità”.