“La cura della casa comune ci spinge sempre più ad essere una Chiesa capace di uscire dagli orizzonti ristretti per assumere il creato come oggetto di cura mettendo in pratica i cinque verbi del convegno di Firenze” e progettando “iniziative comuni e azioni concrete” per la salvaguardia dell’ambiente. Così don Domenico Santangelo, aiutante di studio dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, ha introdotto questa mattina a Roma i lavori del seminario di studio “Laudato si’: quale cura della casa comune? Dalla realtà all’azione”, promosso dal suo ufficio, cui partecipano, tra gli altri, i membri del Gruppo di custodia del creato e i membri della Consulta nazionale della Cei. Don Santagelo ha richiamato “l’interesse crescente verso questo ambito mostrato da qualche decennio dal magistero pontificio e dalla Chiesa italiana che quest’anno celebrerà l’undicesima giornata nazionale per la custodia del creato”. La pubblicazione della “Laudato si’” ha offerto, nei mesi scorsi, “importanti stimoli e prospettive per la riflessione e l’iniziativa pastorale delle comunità cristiane”. Di qui il sussidio “Laudato si’. Rinnovare l’umano per custodire il creato”, predisposto dagli Uffici nazionali Cei per i problemi sociali e il lavoro e per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, e dal Servizio nazionale per il progetto culturale. L’incontro odierno, ha concluso don Santangelo, intende essere “un laboratorio di pensiero e di confronto su temi etici, sociali, culturali e politici legati alla custodia del creato”.